Nome, Simbolo, Proposito

Ostrea prende corpo dopo una lunga gestazione…

venendo alla Luce, sincronicamente, ad un cambio di spazio.

Ostrea nasce, assieme alla mia nuova casa.

Ostrea nasce, assieme ad una “nuova me”.

Già che tutto muta costantemente geografia, forma, aroma e consistenza.

Gli spazi, i tempi, i contesti, la Coscienza e, noi con essi.

Come un embrione in cerca di un utero fertile, Ostrea trova oggi lo spazio in cui incarnarsi e, liberamente, esprimere la propria Essenza.

Ogni nuovo discende da un vuoto

generosamente ceduto, chissà, da un vecchio che lascia il passo

affinché emergano

nuove configurazioni…

nuove destinazioni

Il nome Ostrea si è rivelato anni fa, dopo un tempo di sorprendente, bizzarro ma alquanto spontaneo dialogo, tra me ed alcune conchiglie, incontrate nel passeggiare mattutino. Per un intero anno almeno, quelle messaggere marine, hanno significato punti di approdo di comprensioni, profezie, nuovi interrogativi senza risposta, legittimati dalla presenza del mare.

Ostrea si compone perciò della segreta ricerca, dei colloqui silenziosi, dei passi pausati, della marina brezza, del salato domandarsi, della misericordiosa presenza di cui è stata sostentata.

In quell’equoreo dialogare, l’ostrica prendeva le sembianze di placenta, d’energia contenitrice, consolatrice, di dimora galattica, di nutrice del nero più nero e del bianco più bianco. L’ostrica, casa dell’Ombra e della Luce, del conscio e del mistero, danzando assieme consacrati alla più elevata fusione

Osserva il mio corpo.

Li vedi quegli strati?

Barriere

con le quali mi sono difesa.

Soffocava in un grido

il mio corpo chiuso.

La paura mi è stata fedele compagna

nella misera illusione di poter respingere il dolore.

Finché un giorno in grembo lo accolsi.

…dal Buio alla Luce.

Una Forma Nuova.

Sono intercorsi all’incirca 5 anni dal cessare di quei dialoghi, di cui ricordo solo vagamente i contenuti mentre conservo l’animus, garante del Proposito di cui Ostrea si fa portavoce. Ostrea, Laboratorio dell’Essere rappresenta l’audace invito alla presa in carico del proprio Essere, il farsi responsabili, abili dunque a rispondere, alla chiamata della propria Essenza che chiede svelarsi. Togliere i veli dalle architetture identitarie, dalle ablazioni emotive, dalle miopi decodifiche, dalle più ostinate resistenze…per disimpegnare territori, “depurare”, respirareE da lì, collaborare alla Coscienza collettiva.

Sovente, tale opportunità, rimane celata proprio in quei passaggi, stati, momenti e movimenti vitali che percepiamo come insidiosi, dolorosi, vertiginosi, sfidanti, densi e insensati…che vorremmo dunque esaurire velocemente, come un male dal quale prontamente liberarsi. Eppure… se ci concedessimo la possibilità di sostare, in un coraggiosissimo atto di presenza…se ci aprissimo alla modesta, paziente disposizione a farci penetrare…se abitassimo per entrare in una rinnovata relazione…se facessimo di lato le vecchie lenti interpretative della realtà interna ed esterna…il Simbolo, potrebbe allora dispiegare il suo potenziale evocativo per guidarci al recupero del tesoro: lo stato di grazia, pace e gratitudine “oggettive”, nate dall’integrazione dell’Unità come verità ultima.

Laddove temiamo e rifuggiamo l’oscurità, risiede il nostro oro interiore.

Il tesoro dell’ostrica, la sua perla, non è dunque qualcosa di estraneo ad essa. È il processo trasmutativo stesso, non una pseudo-meta o condizione da ricercare, guadagnare fuori. L’ostrica inneggia al contatto trasformativo e trascendente della ferita, dopo una primaria, naturale resistenza ed ignoranza. Dal cessare del conflitto, negante ed escludente, al farsi contenitore e insieme contenuto, della bellezza, della Luce, della magia che siamo, quando usciamo dalla frammentazione.

L’entrare in Ostrea, Laboratorio dell’Essere, vuole significare il condursi all’interno di un bozzolo alchemico, dove potersi sentire accompagnati al Sì, come alla raffinazione, del proprio Essere essenziale. Riconoscersi pazienti artigiani, mettere le mani in pasta negli addensamenti, nelle contratture psichiche, nelle memorie cristallizzate e cristallizanti, nelle false certezze identitarie…non certo per negarle, contrastarle, e ancor meno vincerle ma, per risvegliarsi ad una “nuova coerenza cardiaca”. L’io, dunque, come catalizzatore alchemico del fare ritorno alla Via del Cuore. La Via del Cuore, la Coscienza stessa. L’unica, nucleare, meta-fisica, luminosa, dal quale irradiare la bellezza dell’autentico, la “leggerezza” del sublime, l’allegria del vivere, vibrando da uno stato di coerenza.

Il focus non sarà pertanto il copione dei nostri innumerevoli dolori e dissapori, maschere dietro alle quali spesse volte ci nascondiamo, ripariamo, permaniamo, ma fare di questi l’humus del processo trasmutativo di Coscienza ~ sempre meno personale e più transpersonale, sempre meno frammentato e più unitario ~ di cui ciascuno può farsi agente, propulsore, beneficiario e protettore, al fine di collaborare ad un benessere collettivo maggiore.

Bright living room with modern inventory
Bright living room with modern inventory

Ostrea ha lavorato la sua ferita.

Ostrea ha scelto la Vita.

Ostrea ha sposato la Fede.

Ostrea si è aperta all’Amore

facendo dono di sé.

Ed ora danza

la sua perla

nell’infinito.

Desidero che chi si appresenterà ad Ostrea, Laboratorio dell’Essere, possa respirare le qualità della cura, della delicatezza, del calore, dell’assenza di giudizio, della vicinanza e del rispetto profondo nel sentirsi accompagnati in quest’ “andare essendo”, condiviso.